Alessandro Madoi, da “A Isabella, una Vita”, 2006
Per sempre…un fiore donato a Isabella. Due garofani esili. Un tratto
vivace, essenziale nella flebile linea cadente tra i colori del Limbo.
Una memoria senza tempo.
Il percorso tra queste sale dove l’ orgoglio è privo di qualsiasi
insolenza, rivive lo sguardo del’ autore pieno di ombre vive, un mondo
senza Dei dove ogni figura è opera di religiosa contemplazione.
I tratti pieni e la plasticità istantanea colgono immediati chi guarda,
senza clamore, quasi come un soffio lieve carezzevole di disincanto
privo di ingenuità. E i colori si sciolgono come se l'impasto mantenesse
la freschezza del primo tocco. Le tinte si mischiamo nella linea di
vibrante pietas, in un insieme di silenzioso dolore mantenendo una
vivacità di acquarello, di liquido opale e la figura esce imponente da
un mondo privo di malia teso a discoprire la sofferente meraviglia del
quotidiano…
…Ogni sua opera è incantazione della vita di ogni giorno e
disincanto di ogni idea metafisica.
Quelle figure esprimono, nella plastica naturalezza dipinta, solo se
stesse, un normale modo di esistere, senza nulla di banale, sbalzandoti
anzi, con brevi tratti di pennello, a distanze invalicabili.
E’ l’ assoluta semplicità dell’ umano destino che traspare in ogni
opera: resa nella semplicità di un ritratto dallo sguardo profondo come
il nulla, nell’ esile gambo del fiore spezzato, nei tratti indefiniti
non mai sfuggenti di gruppi di cose o di genti.
Come dice lui “…sono riuscito a raggiungere l’ essenza delle cose, sento
e riconosco la sofferenza e la gioia, l’ amore e l’ odio e mi basta
guardare una persona perché di questa subito mi si sfoglia il suo libro
e non c’è bisogno che legga: le vedo e sento le sento vibrare… E’
straordinario tutto ciò che mi succede. Gioisco, godo, sento,
soffro per tutto, anche per le cose più inutili, che poi non lo sono…”
(dal suo manoscritto del 1973).
L’ essenza della vita in un istante. Per sempre.