Marco Mirabile, da “Dall’ Alba al Tramonto”, 2007
L’ ora della Sesta
L’ arte, questa indecifrabile. Morale e lirica, sentimentale e
intellettuale, religiosa e laica. Con l’ arte ci si difende, come con la
lingua. E’ anche vero che con l’ arte si vive fisicamente meglio.
Quando l’ approccio è semplice e non accademico, come appunto in Walter
Madoi, il benefico effetto lo si avverte subito, fisico, come un sacro
incenso che agisce nell’ olfatto e accompagna la mistica concentrazione,
come una comunicazioe fluida che penetra e pervade più di una sensazione
poetica. In questo caso arte e vita coincidono, l’ arte si
diffonde nella vita, interviene, e contribuisce a renderci più reattivi.
Madoi scrittore, Madoi artista è capace di ricreare i sentimenti che i
documenti sgualciti non possono dare: questa è la sua grandezza, questa
è la grandezza di una vicenda individuale. L’ artista dà animo a quei
numeri, a quelle indicazioni meramente archivistiche e a quelle
testimonianze della storia che altrimenti resterebbero sterili.
Madoi mette al centro della sua arte l’ Uomo, sia quando interpreta le
Sacre Scritture, sia quando interpreta la Storia nella storia.
Sono gli ultimi anni, i più artisticamente tragici, quelli che
conciliano impegno e bellezza, “documento” e suggestione, a dispetto dei
colleghi che scelsero l’ uno o l’ altra. Così, all’ apice della sua
ricerca, Madoi ci consegna centinaia di figure, i bozzetti e i cartoni
per gli affreschi sul Muro della Vergogna, Il Muro di Berlino; i
suoi personaggi sono degli “spariti”, delle apparizioni, degli
assenteisti della vita, deboli comparse che l’ oblio avrebbe cancellato
e che l’ artista invece eternizza nel sentimento critico della sua
poesia visiva.
Ma la solitudine e lo smarrimento sono anche problemi individuali, non
necessariamente legati a una situazione storico-politica: negli anni
della sua maturità Madoi licenzia alcuni ritratti di personaggi umiliati
dalla loro stessa condizione esistenziale, pazzi, abbandonati mentali,
uomini rurali e interrotti.
E anche se il suo linguaggio è debitore di certa pittura espressionista,
la capacità di realizzare sulla tela alcune fra le più nostrane e
alienate tipologie umane si rivela straordinaria. Il
malessere della Storia non impedisce però al Maestro una costante
vicinanza a tematiche più intime e affettive, come i nudi
femminili, coricati, diagonali, modiglianeschi: la scrittura è
sempre quella veloce di un’ immagine che non “imita”, ma si realizza nel
seducente gioco dei rossi intensi e di altri vibranti colori. Dunque la
Storia, l’ esistenza di chi esiste poco o non esiste proprio, la
dimensione privata, l’ affetto per i luoghi. Manca solamente all’
appello quel suo straordinario slancio artistico nei confronti della
pittura religiosa: nell’ affresco della chiesa dei Cappuccini di
Busto Arsizio in provincia di Varese; nella vetrata nella Sacra
Famiglia alle Vallette di Torino: nel grande affresco dell’ abside del
Corpus Domini a Parma; nell’ affresco della Chiesa di Costa Sant’
Abramo, vicino a Cremona e nei 380 metri quadri di muro affrescato nella
chiesetta di Sesta di Corniglio in provincia di Parma. E proprio
Sesta è il luogo deputato al riafforare della memoria. Nel 1963,
infatti, Madoi riscopre l’ Alta Valparma, luogo che aveva solo
conosciuto attraverso l’ incubo della guerra partigiana. E
proprio a Sesta di Corniglio, un paesino minuscolo, vi costruisce una
casa e ottiene il permesso di affrescare, oltre all’ antica chiesetta,
le stradine del piccolo borgo, facendo di quel paese dimenticato la meta
di migliaia di visitatori. Le sue stradine sono diventate più
volte “gallerie” per mostre Dall’ Alba al Tramonto dei suoi più
recenti lavori.
Come anche quest’ anno, in Agosto, Sesta riscoprirà il piacere dell’
evento ideato da Madoi negli anni Settanta: opere in strada dunque,
quelle permanenti, affrescate sui rustici muri del borgo, dove sono
ritratti personaggi del paese, amici, attori, comici, principesse, e
quelle edite per un solo giorno, sparse nei sacri reticoli di quell’
anti-città di montagna che ha aperto e chiuso la passeggiata visionaria
del grande maestro.