Giovanni Copertini, da Madoi, al Teatro Regio, 1946
I dipinti che Walter Madoi espone nel Ridotto del Regio si restringono a
due temi: il ritratto e il paesaggio.
Nessuna natura morta, nessun quadro di genere.. Egli si concentra tutto
nelle cose che gli colpiscono lo spirito, lo sottopone ad analisi acuta
e le fa sue con prepotenza giovanile.
Nel ritratto mira a cogliere l’ essenziale e l’ intimo, soprattutto con
il colore. Il resto: impostazione delle figure, accordi cromatici,
equivalenze di valori costruttivi, ambientazione, sono manifestazioni
che scaturiscono spontaneamente dal suo ricco temperamento di pittore.
L’ indagine psicologica ha talora una penetrazione quasi commovente e il
ritratto della madre ne fa fede.
I suoi paesaggi sono rapide e schiette annotazioni in cui il colore
trionfa.
Rendere con immediata evidenza l’ ora e la stagione fa parte dei suoi
scopi estetici e perciò non deve far meraviglia se ogni sua espressione
di paese non oltrepassa i limiti e gli aspetti del bozzetto.
Come può spiegasi il post-impressionismo di questo artista in mezzo al
cozzo di sì opposte tendenze moderne?
Forse le ragioni sono da ricercarsi nel suo stesso carattere solitario,
pensoso e riflessivo, che lo spinge a rinchiudersi in se stesso e a
interrogare solo se stesso.
Ma quali saranno gli sviluppi futuri dell’ arte di questo giovane appena
ventenne?
Difficile dire, solo si può augurare che a limpidezza di mattino segua
splendor di meriggio e che a lui non manchi mai freschezza di vena.