Mario Portalupi, 1976
Conoscere l'uomo Madoi con la sua personalità carica di forza vitale, di intelligenza acuta e di sensibilità in cui si fondono elementi apparentemente inamalgamati può aiutarci a capire la sua arte e a goderne. La violenza del suo gesto pittorico e delle sue capacità espressive non sono altro che l'espressione immediata del tentativo di liberazione del proprio Io dalle inibizioni derivanti da un continuo processo di autocritica teso a limitare ogni manifestazione instintiva non sottoposta al filtro selettivo del ragionamento. La sua volontà di restare isolato da qualsiasi corrente gli deriva dal vivo desiderio di poter seguire il processo evolutivo del proprio iter artistico e di portare a termine il proprio dialogo intimo il più possibile senza interferenze estranee. Il suo interesse vivo, caldo, acuto per la natura umana lo porta ad atti di generosità che trascendono le comuni esperienze. La sua perfetta e penetrante conoscenza della psiche umana si estrinseca nei ritratti, in cui Madoi riesce a far vivere le figure spogliandole quasi del loro pirandelliano abitino rosa, con cui esse cercano di apparire agli altri, scoprendone invece alcuni aspetti che forse non osano svelare a se stessi, quasi come nel corso di una seduta psicoanalitica. Ma la massima potenza delle capacità creative e la profonda conoscenza della condizione umana si esteriorizzano nelle figure degli affreschi della chiesa di Sesta e del Corpus Domini di Parma, ove accanto alla figurazione mistica del Cristo, della Madonna e degli Apostoli, spoglia di ogni indulgente e compiaciuto artificio, si vedono figure terrene con doloroso fardello della propria umanità....