Giovanna Sbanchi Siri, 1975
C'è una voce comune ai grandi, siano essi pittori o musicisti, poeti o scultori. E' la voce della verità. Rara eppure semplice essa parla per tutti e con tutti seppure per timbri diversi: dalla semplice commozione alla riverenza profonda e consapevole. Ma i grandi sono rari e si mostrano con pudicizia. Evitano spesso le vie facili e non gareggiano con il presente destinati come sono a vivere nel tempo. Così sarà impossibile vedere una mostra di Madoi in una galleria che "fa mercato" e invece solo pochi giorni fa, in un settembre tenero e verde, per tutte le stradette di un piccolo paese dell'Appennino tosco-emiliano (Sesta di Corniglio, Parma) vi erano i suoi quadri. E noi, abituati ad altre mostre con tanti luccichii e tante parole, capiamo come per miracolo una legge dimenticata, una severità perduta. Ma non eravamo i soli se proprio in questo paese si viene a vedere gli affreschi della chiesa che Madoi dipinse nel '63. Una crocefissione di una potenza impressionante che si dispiega sui muri della piccola chiesa con un racconto a tutto-spazio. nella spoglia semplicità le pareti si dilatano oltre la fede, restituendo all'uomo, in una plasticità quattrocentesca, la tragica fissità della morte, il divino dono dell'amore.. E proprio di fronte a questo lavoro che sembra dipinto con furia e disperazione ma certo con la comprensione struggente di un dramma umano perpetuamente rinnovato, si ha l'intuizione di quel significato profondo che sostiene tutta l'opera di Madoi, dal tema del "Magnificat" nelle vetrate della chiesa della Sacra Famiglia alle Vallette di Torino, al Ciclo dell'Umanità, di Parma; i suoi quadri profani o il suo straordinario monumento alla Resistenza di San Donato Milanese. E' proprio la scultura che sul piano formale rivela la vera aggressività espressiva e l'autentica forza plastica di Madoi poichè egli è soprattutto uno scultore e anche la sua pittura prende consistenza da questa fondamentale impostazione tridimensionale, da una composizione articolata su figure singole o gruppi di figure tale da conferire al piano una vibrazione formata da più forze centrifughe.....Un giorno parlerò ancora di lui con altro cuore, con altre parole, con commozione e orgoglio per dire che mi ha accettata fra i suoi amici, che ne sono stata degna, che ha voluto dividere con noi la paura e la speranza. Un giorno vi dirò ancora di questo antico uomo che ha scoperto per sè e per gli altri l'eroica "dignità" della vita. Solo vorrei che fosse un giorno lontanissimo.